Notizie Radicali
  il giornale telematico di Radicali Italiani
  lunedì 04 aprile 2005
 Direttore: Gualtiero Vecellio
Governo: buoni a nulla, capaci di tutto

di Gualtiero Vecellio

E ora di chi sarà la colpa? Dei falsi sondaggi, dei “poteri” forti che si stagliano come ombre minacciose dietro Casini-Follini? Sarà il solito, ennesimo equivoco dei giornalisti? Se il ministro Siniscalco sbatte la porta e se ne va, è colpa dell’Euro voluto da Prodi, della guerra in Irak che ha fatto raddoppiare il prezzo del greggio, degli uragani Katrina e Rita, di Osama bin Laden e al Zarqawi? Si attende con impazienza l’ennesimo spettacolino dell’uomo che-se-perdo-la-pazienza-vi-faccio-vedere-io, anche se sappiamo che sarà l’ennesima deprimente esibizione.


Sì, d’accordo: la Germania si trova nella situazione che sappiamo; la Francia pure. Però noi non riusciamo a dimenticare la copertina dell’ “Economist”, la sagoma dell’Italia che si appoggia, per non cadere, a cinque fragili stampellette, e quel titolo, semplice e definitivo come una sentenza: “The real sick man of Europe”.


E sarà la perfida Albione, e sarà la Francia arrogante, e sarà la Germania teutonicamente antipatica, quel che si vuole. Fatto è che all’estero il prestigio del nostro paese è a livello zero. Nelle cancellerie europee – e i giornali stranieri, che certo, non sono migliori dei nostri, ma quei malumori riflettono e riferiscono – non si fa altro che prendere atto dei nostri scandali, delle nostre impotenze, delle nostre occasioni mancate. I nostri governanti, piaccia o no, vengono considerati personaggi da opera buffa, sarà un caso che l’unica persona seria sia considerata il presidente Ciampi? Ora che il nostro presidente del Consiglio sia considerato il degno rappresentante di una repubblica al marzapane, non è un fatto solamente estetico e che riguarda la sua persona solamente. Questa caricaturizzazione – ahinoi, quanto legittimata – ha pesanti ricadute sul fronte economico. Ma pensate veramente che tutto questo non incida nel fatto che ogni giorno è più difficile vendere e far comprare i prodotti italiani? Ma chi va a far acquisti da un negoziante di cui non si ha fiducia, che non si stima? E con che faccia si chiede di investire quando tutti hanno sotto gli occhi le disavventure di due banche straniere, una olandese e l’altra spagnola, che volevano ampliare la presenza in Italia ed è finita come è finita? La disistima – che ha dei padri e delle madri – di cui gode il nostro paese ha un prezzo salato, e a pagarlo siamo noi, i cittadini di un’Italia che questi governanti non ce li meritiamo.

Questi qui, si tratti di bloccare la sperimentazione della pillola RU 486, di favorire nuove derive clericali, di varare inique leggi ad personam, hanno dimostrato ampiamente di essere buoni a nulla e capaci di tutto. Intanto l’ultimo “Rapporto sulla libertà economica del mondo” del Fraser Institute di Vancouver certifica che l’Italia, sul fronte della libertà economica è retrocessa dal 33° al 54° posto. Andatelo a leggere, quel rapporto, ancora fresco di stampa. Non si fa ideologia, non si fa propaganda. Si mettono in fila numeri, cifre, fatti: si monitorizza il tasso di sviluppo, l’andamento del reddito, gli investimenti, l’occupazione, l’aspettativa di vita, il tasso di alfabetizzazione, la mortalità, il lavoro infantile, l’estensione della corruzione e dell’economia sommersa, la stabilità delle istituzioni. Insomma cose concrete, che non possono essere tacciate di falso come i sondaggi, e certo non si piegano agli umori di Casini e Follini. Un rapporto che conferma una verità che noi conosciamo da tempo: un paese è tanto più libero economicamente quanto più produce sviluppo e garantisce benessere; e così consolida la democrazia. Peccato che in Italia tutto ciò sia una quasi utopia.


Quanto accade in queste ore conferma – e ulteriormente ci convince – nel nostro tentativo, progetto ambizioso, strategico e non solo di ipotesi elettorale, della necessità di costruire una forza politica pienamente laica, socialista, liberale, radicale. Il progetto che abbiamo sintetizzato. “Fortuna-Blair-Zapatero”. Era a Ferragosto di quest’anno che Marco Pannella ci diceva che “oggi ben più di trent’anni fa il posto per una lotta di Alternativa di regime mi appare quello di una Sinistra intransigentemente e pienamente Laica, Liberale, Socialista, Radicale, Nonviolenta, Federalista, dopo che la Destra ha in meno di un decennio dissipato ogni eredità di Destra Storica, di Rivoluzione Liberale, di laicismo e di laicità”. E oggi, davvero, siamo all’hic Rhodus, hic salta.